Storie

Libellula, tre ragazze e un unico sogno: creare la propria scuola di lingue

Tre ragazze si uniscono e realizzano il proprio sogno di startup: una scuola di lingue tutta loro

Tre ragazze: Luna, Laura ed Eleonora. Tre lauree in lingue: inglese, spagnolo e tedesco. Tre lavori precari nell’insegnamento dell’italiano per stranieri e un chiodo fisso: mettersi in proprio e realizzare il sogno di una scuola di lingue tutta loro. Nasce così la startup Libellula che contiene proprio le iniziali di quelle tre ragazze (EL LU LA). La storia di Libellula ce la racconta Luna.

 

Siamo tre ragazze del territorio veneziano. Tutte e tre avevamo il sogno di poter fare nella vita quello che amiamo dal profondo del cuore: insegnare.

 

Com’è nata la vostra startup?

Ci siamo conosciute proprio insegnando italiano, da precarie e stagionali, ogni estate a Venezia. Abbiamo maturato esperienza all’estero, ma a nessuna di noi piaceva l’idea di andarsene dall’Italia o rinunciare al nostro sogno.
Per questo, un anno fa ci siamo sedute a un tavolo e ci siamo dette: perché non provare ad aprire la nostra scuola? Una scuola che offra corsi di lingue ad un prezzo ragionevole per gli studenti, ma che garantisca uno stipendio dignitoso alle insegnanti?

 

E così siete partite…

Esatto. All’inizio sembrava un’utopia, ma non ci siamo arrese. Nel giro di un’estate abbiamo cominciato a costruire un progetto che si è poi concretizzato, grazie al supporto morale di amici e familiari, nell’Associazione Culturale Libellula.

 

Perchè un’associazione culturale?

La forma giuridica da darci è stato il dilemma dei primi 4 mesi: abbiamo girato svariati commercialisti, Camera di Commercio ecc..  Fino a settembre/ottobre sembrava che l’unica soluzione, non avendo capitali da investire, fosse di aprirci tre partite iva col regime dei minimi. Il problema però era che ci saremmo presentate come tre professioniste distinte, e questo non ci andava molto a genio, senza contare che avremmo dovuto aumentare i prezzi per coprire le spese, pagare il commercialista ecc… A ottobre, poi, quello che è il nostro attuale commercialista ci ha fatto riflettere: adesso, infatti, le partite iva dei minimi hanno un regime agevolato, ma se la legge cambiasse dopodomani? E così ci ha convinte a fondare un’associazione culturale come anticamera, in futuro, di una vera e propria società tipo SNC o SRL. Adesso siamo molto soddisfatte, anche perché l’impostazione democratica dell’associazione incoraggia i nostri amici e familiari ad aiutarci e fare proposte senza sentirsi “in difetto” rispetto a noi.

Quali sono stati i primi passi per farvi conoscere?

Innanzitutto il sito internet: abbiamo trovato questo provider, Jimdo, che a un prezzo modico ci permette di creare e modificare il sito in modo intuitivo, rendendoci visibili su Google; poi volantini, tanti! Distribuiti nei negozi, nelle cassette delle lettere… E la pagina Facebook, il sito dell’Informagiovani… insomma, molto lavoro virtuale!

 

Avete ricevuto finanziamenti per partire?

No, magari! Ci siamo auto-finanziate, e in parte abbiamo chiesto aiuto a genitori e amici, restituendo poi a poco a poco i soldi. L’aiuto più grande, ma non dal punto di vista finanziario, ci è venuto dall’Informagiovani, che ci ha messo a disposizione uno spazio di coworking finché non abbiamo trovato una sede. Così abbiamo potuto non solo riunirci senza andare a casa di una delle tre, ma anche condividere idee e informazioni con altri coworkers e con lo staff dell’Informagiovani.

 

Chi sono i vostri studenti?

Dipende. Ai corsi di lingue per adulti si sono iscritti soprattutto lavoratori o disoccupati, che per migliorare o trovare lavoro hanno necessità di imparare le lingue, ma non hanno necessariamente la disponibilità economica che le grandi scuole pretendono, né diversi mesi a disposizione per frequentare un corso all’Università Popolare o simili. Poi, abbiamo ragazzi di ogni età a ripetizioni, bambini che vengono per avere una mano coi compiti, altri bambini che invece approfondiscono lo studio delle lingue divertendosi, in laboratori settimanali basati sul gioco.

 

Le mura dell’associazione non sono un vincolo per voi perchè fate anche corsi via skype, come funzionano?

Esattamente come un corso individuale con l’insegnante, solo a distanza! La chat di Skype diventa una “lavagna” virtuale, mentre si usano materiali online, video, oppure pdf di materiali preparati da noi. Altre volte invece, lo studente acquista il libro di testo e lo utilizza per i compiti a casa, mentre con l’insegnante si chiariscono i dubbi o si pratica la conversazione.

 

Come stanno andando le cose?

Siamo ancora precarie, siamo oberate di impegni per la promozione e l’amministrazione dell’associazione, ma siamo felici più che mai. Abbiamo trovato una nostra nicchia, uno spazio dove coltivare la nostra passione, allo stesso tempo fornendo un servizio indispensabile a un prezzo ragionevole. Speriamo di continuare così, e di continuare a crescere spinte dalla forza della nostra passione e dell’amicizia che ci lega.

Per saperne di più sull’Associazione Culturale Libellula

Business Development Manager at Dynamo, Author Manuale di Equity Crowdfunding, Angel Investor in CrossFund, Journalist, Crowdfunding Marketing Strategist, Startup-News.it founder, IED Lecturer.

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